Non dirmi “sciocco” oppure “somaro”, sono parole dal gusto amaro. Non dirmi “aspetta, ti rispondo dopo”, se lo chiedo ora, ci sarà uno scopo. Non chiedermi sempre e solo perché, ne sono certo, lo sai già da te. Se poi non mi urli tutti i santi giorni, sarò più felice quando ritorni. Non chiedermi cose sotto ricatto, o imparerò il prezzo di averlo fatto, non per amore, ma per esser costretto e non di certo perché ci rifletto. Se sono stanco e non capisco niente, è perché stanca è anche la mente. Non mi gridare se rovescio il latte, chissà tu, da piccola, quante ne hai fatte. Non dirmi mai che non si può fare, tra il dire e il fare non sempre c’è il mare, o che non posso cambiare il mondo e ci crederò in un nanosecondo. Se aggiungi sempre “ma”, “forse”,‘‘però”, stai pur sicura non ce la farò. Poi, se lo posso fare da solo, non aiutarmi e prenderò il volo. Mostrami invece parole belle e te lo assicuro, toccherò le stelle…