I BAMBINI CATTIVI? NON ESISTONO PIÙ!
Anche raccontando una storia si può capire quali sono le reali motivazioni dei capricci, mettiamo da parte gli inutili moralismi e cerchiamo di comprendere i nostri bambini.
Spesso i capricci, le urla, egoismi e malumori portano ad una frettolosa quanto errata etichettatura del bambino come “cattivo” generando spesso una considerazione del fanciullo che se finisce nelle mani “sbagliate” dei suoi coetanei, amichetti, può rivelarsi un precedente che è difficile scrollarsi di dosso.
Spesso alcuni bambini “vengono messi in mezzo”, fungono da “capro espiatorio” nel gruppo affinché gli adulti possano additarli come i soggetti che i figli non dovrebbero mai imitare, come coloro che: “Vedi quel bambino come è cattivo” oppure “Come è maleducato. Ma i genitori non lo vedono?” spostando l’attenzione e dando un giudizio basandosi solo su ciò che è il comportamento del bambino in una determinata situazione, senza pensare a cosa possa esserci sotto.
Sono più di uno spesso i comportamenti di un bambino che risultano difficili da decifrare, a prima vista incomprensibili. Non è facile capire perché si rifiutino di rispettare le regole, sembrano insofferenti a qualunque limitazione e passino repentinamente dalla timidezza assoluta all’arroganza più eclatante. Allo stesso modo è difficile capire come mai alcuni bambini riescano, più di altri ad inserirsi facilmente in qualsiasi gruppo mentre altri rimangono sistematicamente ai margini dello stesso.
Risulta necessario, a questo proposito, cambiare prospettiva, porsi nel punto di vista del bambino, è proprio su questa “cecità” o incapacità dell’adulto che spesso gli educatori “cadono”, incorrendo in una serie di sviste che possono far diventare difficili anche le cose più elementari.
I consigli da dare agli adulti vanno quindi in questa direzione, cercando di capire che i malumori, i pianti e le impuntature spesso sono frutto di paure, ansie, gelosie. Solo attraverso una visione più approfondita, generale e “infantile” si può comprendere cosa si nasconde dietro le proteste apparentemente inspiegabili dei bambini, bambini che altrettanto spesso e con estrema facilità passano da una complicità estrema ad una rivalità assoluta con gli adulti, mostrando in alcuni casi addirittura rancore nei loro confronti. Bisogna tenere conto che essi non hanno quelle strutture mentali che gli adulti hanno costruito in anni ed anni di esperienza, pertanto è necessario ricordare che un bambino è una struttura di personalità “semplice” e come tale va considerata, fornendogli tutti quesgli strumenti che non ha per capirsi e farsi capire.
Pasquale Saviano – Psicologo/Psicoterapeuta